Ambiente Digitale: Crescere Come Abitanti di Internet

Nel mondo di Internet in cui viviamo oggi ci sono tanti problemi e difficoltà. Ogni giorno sembrano uscirne decine, mentre quelli che conosciamo da oramai molto tempo non vengono ancora affrontati correttamente. Tra questi credo che ce ne sia uno che colleghi tutto quello che succede nel mondo e della concezione che le persone hanno su ciò che vedono: noi abitanti di internet non ne conosciamo le grandi capacità che potremmo sfruttare in questo universo che è la Rete, non sappiamo quasi cosa farci.

Per provare a dare una soluzione a questo problema, introduco il concetto di ambiente digitale, ovvero l’unione di tutti gli strumenti digitali (piattaforme, software, siti internet, servizi, dispositivi) che usiamo quotidianamente a supporto della nostra vita.

Questo ambiente è creato da tutte le persone, consapevolmente o meno, con le loro abitudini, le loro conoscenze degli strumenti e le proprie idee e convinzioni. Ogni persona ne ha uno, anche se non lo sa. Per capire meglio questo concetto di ambiente digitale mi piace rapportarlo a un piccolo giardino personale. Ognuno ne ha uno e, come ogni giardino che si rispetti, ha bisogno di essere curato e mantenuto. Se ciò avviene sarà possibile avere qualcosa che assomiglia a questo: un giardino non solo rigoglioso e bello, ma anche utile e ben integrato con la nostra vita.

Cosa diversa se non lo curiamo, non ci pensiamo più di tanto e continuiamo a credere che alla fine le cose si curino da se. Il nostro giardino degrada, si rallenta e ci fa del male standoci dentro perchè non ci piace e ci rovina quando l’accostiamo alla nostra vita, visitandolo nel quotidiano.

Una volta visualizzata questa idea, tocca capire com’è fatto il nostro ambiente digitale e cosa distingue un giardino ben tenuto da uno malridotto e distruttivo. Per fare ciò è opportuno trattare innanzitutto la nostra interazione con il digitale e, soprattutto, con Internet. Per aiutarci in questo scopo ho descritto tre modelli di “Internauti(abitanti di Internet) che ci possono spiegare facilmente cosa possiamo fare in Internet:

  • Lo Spettatore, ovvero colui che naviga in Internet per “vedere” o “visitare” i suoi meandri, senza contribuire alla sua crescita. Le sue attività preferite sono guardare contenuti sulle piattaforme di streaming o social network, cercare notizie e informazioni basilari e usare i servizi di messaggistica basilari (WhatsApp o Telegram). La maggior parte delle persone dovrebbero ritrovarsi in questa categoria.
  • L’Attore, colui che ha ben chiaro il senso di far parte di una community online e che partecipa attivamente alla cittadinanza digitale. Non si limita, infatti, a consumare contenuti, ma li commenta, ne parla con altri membri delle comunità ed esprime delle sue idee su Internet. Nonostante sia un membro molto attivo di Internet, esso non diventa mai protagonista centrale delle attività che segue ma ne fa parte e dà il suo contributo.
  • Il Creatore, colui che ha come scopo principale quello di condividere e creare contenuto e valore all’interno di Internet. Sono quegli abitanti del Web che si ritagliano uno spazio molto grande per poter creare contenuti e comunità da zero. Il loro contributo risiede nel creare punti di ritrovo, nell’unire altri cittadini di Internet in luoghi dove dialogare, esprimersi e condividere.

Questi tre modelli sembrano estremamente diversi ma in realtà non sono molto distanti l’uno dall’altro. Nella realtà, infatti,le persone raramente si ritrovano in uno solo di questi modelli, ma cambiano il loro status continuamente, interagendo con la Rete in modo diverso nel tempo. C’è anche un’altra convinzione: si pensa che questi tre modelli siano anche messi in maniera gerarchica, come se chi fosse un’attore o un creatore sia meglio di uno spettatore. Nulla di più sbagliato, semplicemente ognuno ha bisogno di trovare il proprio ruolo in Internet, visto che non tutti possono essere tutto allo stesso tempo e allo stesso modo, migliorando continuamente in quello che si sente di essere. Siamo abituati a vedere i creatori di contenuti come delle persone che hanno avuto successo, che si sono distinte, non notando che spesso il bene che fanno lo beneficiano le persone che fanno parte delle loro comunità, persone che non si sentono creatori ma che sanno che hanno un ruolo fondamentale nella cura della comunità stessa, che senza di loro non esisterebbe. Ognuno di noi può impostare il proprio ambiente digitale in base anche a questi modelli, nella forma e nella quantità che si ritiene oppurtuna. Ci sono, però, degli aspetti comuni che tutti dovremmo considerare per iniziare a curare il nostro ambiente digitale.

Il primo è capire che il digitale è solo uno strumento e deve rimanere tale.
Con ciò intendo dire che dobbiamo capire quanto spazio nella nostra vita dobbiamo dare ai mezzi digitali e cercare in tutti i modi di proteggere quello che non li riguardano. Come applicare questa cosa? Quantificando il tempo della nostra giornata in cui usiamo questi mezzi. Considerando che il dispositivo più usato è lo smarthphone, possiamo andare a sbriciare nelle impostazioni del nostro telefono per capire per quanto tempo e quali applicazioni nello specifico usiamo ogni giorno.¹ L’obiettivo di questo primo passo sarebbe quello di capire se stiamo riservando il giusto tempo a questo strumento in proporzione al resto della nostra vita.
In caso non siamo soddisfatti del risultato che abbiamo ottenuto dobbiamo prenderci del tempo per migliorare. Ma, cosa ancora più interessante, è il digitale stesso che può venirci in aiuto: sono tantissime le app che ci permettono di usare di meno il telefono con diversi metodi. Di seguito ne cito alcune che uso o ho usato nella mia quotidianità (tutte gratuite!):

Il secondo è la gestione delle informazioni che si trovano su Internet.
Più precisamente bisogna capire dove cercare cosa e come fare in modo di trarre il meglio dalla nostra ricerca. Dove cercare è un aspetto un pò complesso: i canali d’informazione giusti variano a differenza dell’argomento, della lingua e del tipo di informazione che stiamo cercando. Sicuramente i motori di ricerca, se ben usati, possono essere di grande aiuto anche se non bastano. Quello che bisogna fare è sviluppare un metodo critico che ci permetta di discernere tra ciò che è giusto e ciò che non lo è. In primis capendo che la verità assoluta di certo non si troverà su Internet e, anzi, l’unico modo per avvicinarvici è quello di discutere quello che si trova lì, criticando, informandosi, imparando, ritornare a cercare e così via. Una volta ottenute le informazioni dobbiamo capire cosa farcene e come fare a prendere il massimo da esse. Personalmente consiglio l’uso di uno strumento di PKM (Personal Knowlgement Management), ovvero un qualcosa in cui inserire quello che troviamo online per consultarlo poi in futuro. Un valido esempio può essere un semplice taccuino (chiamato “Commonplace book” o “journal“) o la app di note del nostro smartphone. Per chi vuole imparare qualcosa di più e ricavare davvero il massimo da quello che incontra nella sua esperienza digitale, esistono delle tecniche e dei software che ci vengono in aiuto. Di seguito vi lascio alcuni link per approfondire l’argomento:

Detto questo torniamo ai nostri 3 modelli e proviamo a dare degli spunti sulle loro aree di competenza.

Lo spettatore attento e curioso

Parlando dello spettatore non possiamo non citare i social network. Sono ormai diventati il nostro luogo virtuale preferito, in cui ci scambiamo continuamente di tutto: immagini, video lunghi e corti, messaggi, emoji ecc. Questo mondo digitale è spesso, visto con molto sospetto per i continui pericoli a cui siamo esposti, dal cyberbullismo alla pedopornografia, dallo spaccio al revenge porn. Purtroppo queste sono cose che non possiamo negare, accadono sotto i nostri occhi e non possiamo essere imprudenti davanti a queste minacce. Lo spettatore è anche colui che sa cosa fare e, soprattutto, cosa non fare per proteggersi da tali pericoli: avere attenzione per le informazioni che scambia online, evitando di dare dati sensibili a chiunque, segnalare se nota comportamenti insoliti o inadatti per le regole della piattaforma in cui si trova e riesce ad avere un certo distacco tra quello che vede sui social e la realtà quotidiana, due cose che vanno tenute ben distinte. Un’altra capacità dello spettatore è quella di sapere come formarsi su Internet, consultando diversi canali di formazione e approfondimento dei temi che gli interessano. Nel Web, se si sa dove cercare, è possibile trovare qualsiasi informazione e nella forma che più ci aggrada. Ci sono grandissimi poli d’informazione che hanno la particolarità di sfruttare un tipo specifico di contenuto: YouTube ha video di ogni tipo, dall’intrattenimento alla divulgazione scientifica, piattaforme come Class Central o Udemy danno accesso a tanti corsi gratuiti o estremamente economici, Spotify e le altre piattaforme di musica trasmettono innumerevoli podcastediti dalle personalità più disparate,Internet Archive mette a disposizione una vasta lista di documenti che appartengono alla conoscenza dell’umanità in modo del tutto gratuito.

Insomma lo spettatore non è solamente quello che mette like su Instagram o cerca su Google la ricetta del dolce per Natale. Il vero Spettatore di Internet scopre di continuo i limiti delle proprie conoscenze ed esplora la Rete continuamente per trovare sempre più risposte a domande sempre più complesse, formandosi ed informandosi continuamente. Come detto prima, alla base di questa esperienza c’è grande capacità di critica di ciò con cui si viene in contatto nella Rete, cercando di portare la propria esperienza nella vita “offline” senza che quella online prenda il sopravvento.

L’Attore determinato e gentile

L’Attore del Web è una figura più insolita, a tratti confondibile con le altre due. Chi applica questo modello ha una concezione di Internet molto collaborativa e comunitaria, un po’ com’era concepita ai suoi esordi. Ha capito che ognuno di noi può trovare il proprio posto nella Rete, basta solo cercare abbastanza bene. A quel punto non resterà che iniziare a farsi trasportare dall’accoglienza della community scelta. I posti più visitati da persone di questo tipo sono le piattaforme di chat e i forum (Telegram, Discord e forum online comunitari come l’italiano Inforge). Gli attori, come abbiamo detto,sono difficili da cogliere a prima vista, soprattutto se ancora non si fa parte della loro comunità, ma possono realizzare grandi cose insieme. Di ciò abbiamo tantissimi esempi: tutte le forme di attivismo e, in particolare, hacktivismo² sono possibili grazie a queste persone; in ambito informatico esistono tantissimi progetti open source, ovvero che permettono la modifica e il miglioramento del tutto libero del proprio prodotto. C’è anche da dire che non è tutto rose e fiori: non tutte le comunità di Internet sono sempre aperte o pubbliche. Nella sua vastità,in Internet ci sono ogni genere di community ed è anche abbastanza probabile trovarne alcune che commettono atti illegali, immorali o poco consoni ai nostri ideali. Questo ci ricorda che comunque stiamo parlando di strumenti digitali e come tali l’uso che se ne fa può essere giusto o meno, dipende da chi li usa. Quello che possiamo fare, come Attori, è quello di perseguire la buona condotta nelle interazioni in Internet (detta anche “Netiquette“) e incitare gli altri a fare lo stesso.

L’Attore, quindi, ha la capacità di accogliere, aiutare ed entusiasmare le persone a quello che fa con lo scopo di riuscire a fare cose grandi in compagnia. Chi persegue questa strada sa di dover aiutare gli altri a risolvere i propri problemi, anche se questo richiede tempo ed energie, conscio del fatto che anche gli altri faranno lo stesso con lui. Parliamo, cioè, di un modo di vivere la Rete che punta all’unione e alla determinazione di compiere grandi imprese o, se non sarà possibile, godersi il viaggio in compagnia.

Il Creatore ambizioso e coinvolgente

L’ultimo modello di cui parlare è quello del Creatore. Queste persone sono singoli individui o piccoli gruppi che, come dei piccoli artigiani digitali, creano comunità proponendo contenuti, prodotti o servizi. L’obiettivo di Internet dovrebbe essere quello di rendere libere le persone di potersi esprimere all’interno di questi gruppi e per questo il Creatore non deve avere un controllo eccessivo sulla sua comunità e non ne è possessore. Ad ogni modo il Creatore cerca di mantenere attiva e tranquilla la propria community continuando a condividere il proprio lavoro e chiedendo feedback, interazione e discussione sugli argomenti che tratta. Una delle comunità a mio parere più interessante e ampia del Web è quella dei makers: persone di qualsiasi classe sociale, religione, nazionalità ed età che costruiscono e condividono i loro progetti di fabbricazione digitale. Queste persone utilizzano le nuove tecnologie e idee ingegnose per risolvere problemi, grandi o piccoli che siano. In Italia ogni anno si svolge la Maker Faire, una grandissima fiera in cui si riuniscono tantissimi creativi di questa grande comunità da tutto il mondo presentando le proprie idee e mostrando le nuove frontiere della tecnologia al grande pubblico. Il bello di quello che i Creatori riescono a fare è proprio il connettere persone, riunire idee e far uscire da questo scambio altri Creatori, che a loro volta condivideranno le loro conoscenze creando un circolo virtuoso di scambio e dialogo continuo che arricchisce non solo le singole comunità, ma l’umanità intera. Sono coloro, quindi, che si avventurano nell’insesplorato e coinvolgono le proprie comunità nel loro percorso, facendo crescere, numericamente e qualitativamente, i loro partecipanti.

Come anche per le figure precedenti, anche per i Creatori le cose non sono così semplici: uscire allo scoperto portando alle persone le proprie conoscenze può essere un rischio e non è una cosa sempre facile, esponendosi pubblicamente anche a personaggi negativi, comunità tossiche o, tra i casi peggiori, a censura e lotta politico-giudiziaria. Anche in questo caso, però, gli strumenti digitali hanno dato delle prime soluzioni tecniche a questi inconvenienti: ognuno al giorno d’oggi può aprirsi un piccolo spazio come questo blog e autogestirlo come meglio ritiene, anche non appoggiandosi per forza a dei servizi di hosting; altri creatori hanno creato strumenti che combattono la censura in Internet (come Tor Browser o Tails), assicurandoci uno scudo in più per la nostra privacy.

Formare i prossimi Internauti

Dopo questa carrellata spero che ognuno si sia ritrovato in queste figure e che ne abbia preso i pregi, cercando di migliorarne i difetti. Quello che unisce tutti loro, come detto prima, è l’ambiente digitale: ogni modello ha un proprio repertorio di strumenti, risorse e metodi per fare bene quello che fa. Ma la cosa più importante è che questi ambienti sono stati eretti con consapevolezza, conoscendo gli strumenti che si usano e del proprio ruolo nella società di Internet. Per costruire il proprio ambiente digitale che sia efficacie sono necessari pochi step, ognuno dei quali rispecchia una caratteristica dell’ambiente da creare:

  1. Ricerca degli strumenti (Concreto), in cui si ricerca nell’Internet strumenti digitali nuove, si scoprono nuove risorse (canali YT, blog, podcast, corsi, artisti musicali, libri e tanto altro) facendonsi guidare dalla curiosità e dei propri gusti.
  2. Selezione (Semplice), una volta che si ha una grande quantità di queste risorse non si potranno mantenere tutte e alcune inizieranno a essere più importanti di altre: inizieremo ad ascoltare ripetutamente un podcast o ci interesserà di più un argomento che non conoscevamo. Qui si seleziona l’essenziale, cercando di mantenere tutto il più semplice e meno caotico possibile.
  3. Applicazione (Personalizzato), in cui si prendono questi strumenti e si provano a includere nella nostra routine quotidiana, sperimentando il loro incastro con i nostri impegni e il modo con cui arrichire la nostra vita offline, che è l’obiettivo del nostro lavoro.
  4. Ripetere (Mutabile), il nostro ambiente continuerà ad essere aggiornato, cambiando allo stesso modo di come la nostra persona cambia, crescendo e facendo esperienza della vita.

Queste fasi possono non avere un ordine preciso ma sono comunque indispensabili per una buona costruzione del nostro ambiente digitale. Infine è importante ricordare una cosa:

L’ambiente digitale è parte di noi e, proprio come una parte del nostro corpo o del nostro carattere, può essere migliorata ma nessuno può insegnarci come viverla, dobbiamo essere noi a farne esperienza conoscendo sempre di più noi stessi.

Questo significa che ci saranno sicuramente alcune cose che la maggior parte delle persone usa nel proprio ambiente digitale che non saranno adatte al nostro e viceversa. Non solo ciò è normale, ma è proprio il bello del processo di scoperta. Abbiate fiducia nel processo, quindi, e se saprete perchè e verso dove state andando, continuate e il viaggio porterà i suoi frutti. Per concludere lascio di seguito alcune risorse che io incontrato nel mio cammino e che mi sono state utili per costruire il mio ambiente digitale. Come appena detto, sono proposte che rispecchiano molto i miei interessi e le mie idee e, quindi, sono limitate alla mia esperienza. Prendetele come dei consigli di un amico. Ovviamente, essendo anche questa una piccola comunità, i commenti possono essere il luogo dove poter inserire le proprie risorse e condividerle con chi leggerà successivamente. Chissà, potrà diventare una bella collezione.


¹Per smartphone Android basta andare in “Impostazioni->Benessere Digitale e Controllo Parentale”. Mentre per iPhone si va in “Impostazioni->Tempo di Utilizzo”

²Hacktivism(noto in italiano anche come hacktivismo) è un termine che deriva dall’unione delle parole hacking e activism e indica una tipologia di attivismo effettuato mediante pratiche derivanti dall’azione diretta digitale in stile hacker, solitamente ricorrendo all’uso della pirateria informatica. Colui che effettua tali azioni viene chiamato hacktivista. (-Wikipedia)

 

Tutte le immagini di questo articolo sono state generate dall’intelligenza artificiale Leonardo AI.

 

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